Rossi: "siamo delusi e preoccupati"

Non si può tenere una tigre in gabbia, non troppo a lungo, non se le pareti la schiacciano, mentre gli artigli fendono l’aria alla ricerca di una preda e il ruggito rimbomba disperato. Tende i muscoli, cerca di forzare le sbarre, di tornare a fare l’unica cosa che è capace di fare, cacciare libera. Valentino nella sua carriera è stato sempre e solo capace di vincere e, quando non ci riusciva, di lottare. In sella alla Ducati, per la prima volta, questa possibilità gli è negata. La mente capisce - la Desmosedici va rifatta, deve cambiare e ci vuole tempo - ma il cuore scalpita per ritornare ad assaporare l’adrenalina che solo la battaglia per i primi posti può dare.
Gara a senso unico. Non c’era da aspettarsi molto dalla gara di Rossi, il primo a saperlo era lui. Partire dai box mi ha fatto perdere un po’ di tempo – dice - se no sarei rimasto col gruppo di Bautista, Hayden e Barbera, ma non avevamo il passo giusto per andare forte, non sarebbe cambiato più di tanto”. A complicare ancora di più la rimonta, una gomma posteriore forse difettosa “Bridgestone la sta ancora controllando. Abbiamo usato messo le regolazioni di ieri mattina, con cui ero riuscito a girare forte con una gomma che avevo usato per 20 giri, anche se non consecutivamente. In gara abbiamo avuto dei problemi con il pneumatico posteriore che ha subito cominciato a scivolare tanto e si è deteriorato completamente. A 7  giri dalla fine, quando stavo ancora girando in 51 basso e stavo raggiungendo Nicky, ho dovuto mollare. La moto ha incominciato a vibrare molto e ho dovuto calare di un secondo. Ma anche con la gomma a posto non saremmo riusciti a fare tanto di più”.

Un tranquillo weekend di paura. La pista di Aragon, alla vigilia del Gran Premio, era accolta con qualche timida speranza. Nel 2010 Stoner sulla Desmosedici aveva vinto e Hayden era salito sul podio, quest’anno Hayden non è invece neppure riuscito a ripetere il tempo della scorsa stagione, ma è stato più lento di 25 secondi. “È un dato che ci fa pensare e preoccupare, vuol dire che abbiamo grandi problemi - ammette il Dottore – Certo Stoner riusciva a guidare la Ducati molto bene e su questa pista va molto forte, come ha dimostrato anche oggi. Ma ci sono altre cose che non riusciamo a capire,  per esempio era più veloce in rettilineo, forse perché la Desmosedici come posizione di guida si adatta meglio a un pilota piccolo come lui piuttosto che a uno alto come me”.

Ma non è solo il confronto con Stoner il problema, anche il Valentino 2010 è stato più veloce di quello 2011. “14 secondi in meno - ricorda – e sono tanti, soprattutto perché qui avevo fatto molto fatica con la spalla. Io su questa moto non guido come vorrei,  basta osservare le immagini alla televisione e confrontare la mia posizione in sella adesso a quella negli anni passati”.

Nuove idee. Valentino conferma la sua fiducia nella Ducati, ma ora ha bisogno di una risposta chiara da parte della Casa per cui ha abbandonato una moto vincente alla fine dello scorso anno. “Non so se ci vuole un nuovo telaio, quale sia il miglioe materiale o altro, non sono io a doverlo sapere, non sono un ingegnere. Abbiamo un anno e mezzo per risolvere la situazione, speriamo di riuscirci il prima possibile”. Non è un ultimatum quello di Valentino, ma neppure una mera speranza. “Stiamo lavorando lungo diverse strade - rivela -  abbiamo diverse idee, abbiamo deciso di iniziare con quei componenti per cui ci vuole meno tempo, ma non abbiamo risolto tanto. Siamo delusi e preoccupati, non riusciamo ad andare più forte”.

Rimangono quattro gare, il tempo stringe e il 2012 si avvicina rapidamente. “Non so cosa ci sia ancora in cantiere da qui alla fine della stagione – spiega il pilota di Tavullia -  a questo punto comunque conviene usare queste ultime gare per provare, per raccogliere dati per la moto dell’anno prossimo. Ma speriamo di essere più competitivi, in questa pista sono andato male anche lo scorso anno, invece nelle prossime ero andato meglio”.