WSBK Imola, doppio trionfo di Checa (Ducati).


Il mezzo passo falso di Carlos Checa a Phillip Island è oggi cancellato a Imola da una straordinaria doppietta che toglie ogni dubbio sullo stato di salute del campione del mondo e della sua Ducati. In un misto “tecnico” come quello del Santerno, il passo da martello dello spagnolo, i suoi guizzi da sparviero, la sua tattica da incallito marpione, hanno fatto la differenza.
Certo, il mezzo aiuta. Come avevamo scritto ieri, qui a Imola la Ducati avrebbe fatto la differenza: così è stato. Tanto di cappello al campione spagnolo e alla Casa di Borgo Panigale, veri giganti sul Santerno, tornati di forza alla guida della classifica iridata.
Chi vince, specie se vince due volte nella stessa giornata, ha ragione. Ma l’eroe della giornata è Tom Sykes, secondo due volte dopo aver guidato a lungo, con prodezze da brivido, l’indiavolato carosello con una Kawasaki che ha brillantemente superato l’esame di maturità per potenza e tenuta. Sykes e la “verdona” non sono più solamente uno spauracchio da “giro secco” ma si inseriscono autorevolmente fra i protagonisti nella lotta per il podio e, perché no, anche per il titolo.


Doppio podio anche per Leon Haslam, talentoso con voglia di vincere, capace di domare una Bmw sì competitiva, ma ancora meno “raffinata” delle migliori moto avversarie.
Fuori dal podio Max Biaggi, deluso del doppio quarto posto con una Aprilia “tonante” ma sempre a disagio a Imola. Il “corsaro” ha tentato più volte il contrattacco, ma oggi ben lontano dall’impeto e dal passo di Phillip Island. Per il centauro romano e per la Casa di Noale – criticata a sproposito per superiorità tecniche inesistenti - niente è perduto ma la strada iridata resta in salita, forse ancor più impervia di quanto ci si aspettasse.
Da Imola esce ad orecchie basse anche Marco Melandri, mai nel gruppo di testa, e in difficoltà a districarsi dal plotone degli indiavolati inseguitori. Le classifiche non rendono giustizia alle prestazioni, davvero positive, per non dire esaltanti, dei giovani italiani. Sia Zanetti (gara uno) che Giugliano (gara due) – ma anche Canepa - hanno dimostrato che i giovani leoni tricolori sono pronti a graffiare forte e a sostituire (dal 2013?) i .. “senatori”.
Deludono Rea (Honda), Fabrizio e Badovini (Bmw Italia), Guintolì e Smrz. Ad Assen la rivincita.
Fonte: motoblog.it