MotoGP Aragon: la pagella del Dicos


MARC MARQUEZ 6: Vince davanti al pubblico di casa ed allunga in classifica. Ne combina, però, una non tanto nelle conseguenze, ma nella poca sportività del gesto. Collide, seppur lievemente, la moto del compagno di team e gli rompe il sensore del traction control. Quest’azione mette ko il povero Pedrosa, poichè una belva da oltre duecentoquaranta cavalli senza l’elettronica al completo diventa inguidabile. Per Dani tanto spavento e dolore, con la certezza che il mondiale 2013 è andato. Non è la prima volta che Marquez è a dir poco garibaldino nelle entrate. Questa volta è andata bene, ma guai a tirare troppo la corda della fortuna. Proprio perché è un fenomeno, Marc dovrebbe capire che nei sorpassi non si scherza. Anche in questi frangenti occorre rispettare gli avversari. Certo le “sportellate” infiammano il pubblico, ma guai a voler strafare a tutti i costi ed effettuare cambi di traiettoria senza valutare la linea degli altri piloti. Guai a pensare che gli spazi d’arresto siano infiniti. Guai ad essere irrispettosi dell’avversario e della sua vita. Certo è giovane, ma non gareggia da quest’anno ed è un professionista. Con la scusa che risulta simpatico, che conviene al circus creare un nuovo mito allegro, spiritoso e guascone, si sorvola su alcune cose che, personalmente trovo antisportive. Marc questa volta ha sbagliato, punto. Cabròn! 

JORGE LORENZO 9: Ci prova, lotta, ma è costretto ad alzare la bandiera bianca. La superiorità tecnica dell’avversario numero 93 è tale da non poter essere colmata con la sola volontà, specie se la M1 non possiede la stessa reattività di quella che deve battere. Un vero signore, ed esempio da seguire, quando in un’intervista ammette che Marc è stato semplicemente il più veloce. Mondiale chiuso? Mai dire mai quando c’è di mezzo il maiorchino. Onore delle armi!

VALENTINO ROSSI 7: Agguanta il quarto podio della stagione, ed è riuscito a tenere testa agli arrembanti Bautista e Bradl. Gran prestazione per la “uil card”, che torna a convincere….No, non riesco ad unire la mia voce ad un certo coro. Vuoi perché sono stonato, forse perché non campo della sua luce riflessa, ditemi cosa c’è di positivo in tredici secondi di distacco ed un podio frutto dello strappo di un sensore? Nella sostanza il risultato, nonostante l’ultimo gradino del podio, è sempre lo stesso: terzo dei tre che guidano moto buone. Agrodolce!

ALVARO BAUTISTA 6,5: A poche tornate dal termine era virtualmente sul podio, ma subisce l’azione del pescarese nove volte campione del mondo. Quando si tratta di fare l’ultimo step per trasformare la propria gara in interessante, allo spagnolo del Team Gresini sembra mancare sempre qualcosa. Medaglia di legno!

DERBY DESMODROMICO: Vinto alla grande dal Dovi…..Peccato ci siano una quarantina di secondi dal vincitore……

HONDA: Come definite una moto che permette a chi la guida di rimontare e vincere dopo un lungo costato oltre un secondo di distacco dal primo? Io pazzesca, voi?

YAMAHA: I miracoli non sempre s’avverano, anche se hai uno come Jorge nel box….

DUCATI: Cosa c’è dopo una crisi? La risalita? La chiusura? No, un’altra crisi ancora più brutta…..

GARA: Noiosa…..

CHE SPORT E’?: Mi dite cosa c’è di prestazionale, di appassionante, di ludico, di formativo, di umano, in uno sport dove se un sensore smette di funzionare, sei a terra a farti male? Il bello è che abbiamo ancora il coraggio di chiamarlo motociclismo….

ALFREDO DI COSTANZO